Il sorriso di Paolo
(Very Short Stories)
Thanks to: PHOEBE – Scuola Holden
Il mio collega poliziotto
Paolo Formigoni è arrivato in questo distretto dieci mesi fa, era aprile, dalla sezione della Polstrada di Savona. Dice di essersi trasferito per motivi di famiglia, i suoi genitori vivono qui a Genova, la città dove è nato e cresciuto e dove è felice di essere tornato. Dice la verità, dice sempre la verità, questo è senza dubbio il suo peggior difetto.
È un ragazzo di ventisei anni, pochi capelli biondi e intensi occhi nocciola che sorridono a chiunque. È felice di essere qui, e mostra un insindacabile ottimismo verso il genere umano che sottolinea con la sua stretta di mano lunga e morbida.
Quando cammina dondola leggermente, la testa s'inclina a destra e sorride. Sorride continuamente, gli incisivi sono sovrapposti come volessero dondolare un po' anche loro, e con le dita lunghe e sottili si massaggia la base del collo. Non sono adatte all'uso della pistola e al poligono è uno dei peggiori, ma lui non si lamenta, dice bravo a chi fa meglio, e spera che i suoi limiti non si rivelino fatali in azione.
Ha studiato in un istituto tecnico ed è bravo con i computer, il suo nome riecheggia da un ufficio all'altro del Distretto e lui arriva ciondolante e sorridente.
Tutti lo sfruttano e lui si sente utile, ripaga così la sua scarsa destrezza, la mancanza di fiuto investigativo e una eccessiva sensibilità al pericolo.
Quando non lavora incontra i suoi numerosi amici, soprattutto quelli del calcio, e quando può va allo stadio a seguire il suo amato Genoa. Ha una fidanzata di cui non parla mai, nemmeno per lamentarsi.
Verso le nove del mattino le briciole del cannolo alla crema di cui va pazzo si disperdono e assume un aspetto presentabile, lava l'uniforme sempre con un additivo profumato e lui stesso ama sentire addosso fragranze salate e note d'agrumi.
Frequenta una palestra di Kung Fu e adora fare gli esercizi alla spalliera, ama il suo cane Lucky e lo cita in ogni discorso, ha le tasche piene di croccantini e li usa per fare amicizia con ogni quadrupede che incontra. Per lui si tratta di persone, non di persone umane ma di persone animali, e nutre verso di loro lo stesso ineffabile ottimismo che dedica agli umani.
Pensandolo ad una cena di Natale, ad un matrimonio o un funerale, si vedono i suoi occhi nocciola cercare lo sguardo degli altri per accarezzarli con un lungo sorriso mentre dondola appoggiato al muro.
Resta un fedele custode del suo segreto: dov'è la sua rabbia? Qual è la tragedia da cui è risorto che ha spazzato via in lui il rancore, l'orgoglio, l'invidia? Nessuno lo sa e qualcuno lo odia per questo.