We don't deserve to die
(Letter to Amrita no. 9)
Thanks to: Squid Game - Netflix
Cara Amrita, sono felice di trovarmi qui a scrivere per te.
Ma sono anche molto triste. Rileggere le mie parole è doloroso, sento il vuoto dentro ciò che scrivo.
Vedere così chiaramente tutti i miei limiti smorza l'entusiasmo che si era impossessato di me guardando il k-drama Crash Landing On You.
Mentre rileggo l'ultima lettera che ti ho scritto vorrei cambiare tutte le parole, poterne scegliere di migliori, avere la certezza di non aver fatto errori di grammatica, essere sicura che le frasi non possano essere fraintese. Sono terrorizzata. Sono sola.
Eppure questa notte ho sognato il corpo di un ragazzo. Ero avvolta in una coperta sgualcita, dormivo al bordo di una strada, il semaforo era rosso ma non c'era nessuno in coda. Poi si è avvicinata una persona, ho sentito il calore del suo corpo. Non ricordo nient'altro se non la sensazione di gioia nel sentire il caldo avvicinarsi a me.
Ma se penso a ciò che ho scritto e a quello che continuo a farfugliare rabbrividisco. Non penso di poter scrivere alcunché. Sono affranta dal non sapermi esprimere e dalla moltitudine di critiche che so di meritare, talmente vaste da non poterle nemmeno immaginare.
Mi chiedo con che coraggio io renda pubbliche le lettere che ti scrivo.
Mi chiedo se ci voglia il punto interrogativo dopo questo tipo di frasi. Tutta la mia vita è un punto interrogativo. Sono inconcludente, scostante, volubile. Imprecisa, impreparata, mediocre.
Tu ti ricordi di me? Sai che lo sono.
Però se penso a te sorrido, perché è quello che faresti tu.
Oggi ho segnato sull'agenda queste domande:
Chissà perché averti trovato mi rende triste. La speranza di rivederti mi tortura. Non sarò all'altezza e ti perderò di nuovo. Diventerà questa speranza ancora più dolorosa dell'assenza? Quale sarà il prezzo dell'aver creduto in questa prospettiva? Vale la pena provarci? Cosa ho da perdere?
Eccolo, il paradosso di Squid Game dentro di me. Vivo in un inferno, qualsiasi cosa io faccia sono senza scampo, perseguitata dai miei limiti non riesco a decidere se valga la pena vivere. Procedo a fari spenti, a cuore freddo, con lo sguardo fisso verso il basso. Questi sono i miei debiti, essere improbabile come un melodramma, rabberciata alla meglio con le mie tante personalità non dialoganti. E vivere privati della percezione di essere pienamente vivi è un inferno anche peggiore del rischio di morire.
I nostri debiti sono i nostri limiti. La condanna a morte che non meritiamo è di vivere senza l'amore
Sceglierò di dare spazio alla speranza che è rinata dentro di me o la renderò vana? Troverò il coraggio di affrontare la sfida per uscirne diversa? Oppure resterò immobile nel punto in cui mi trovo? Affrontare il gioco mi aiuterà a scoprire chi sono o mi renderà soltanto ancora più ridicola? Se nel gioco ci saranno scale che non portano da nessuna parte mi perderò. Ha senso la vita che sto vivendo?
Do I bet on losing dogs? Or am I the losing one?
Non ho via d'uscita dai miei limiti, non posso eliminarli senza eliminare me stessa, ma devo comunque trovare la forza per muovermi. Come dice il giocatore nr 271 all'inizio del secondo episodio di Squid Game, abbiamo dei debiti ma non per questo meritiamo di morire, ovvero: mi sforzo di credere che meriti anch'io un po' di gioia, seppur sconnessa quale sono. Per questo sono sinceramente grata a questa serie, ho scoperto la mia disperazione leggendola nei volti dei giocatori e questa percezione mi ha profondamente consolato, ora conosco anch'io esattamente dove mi trovo e posso finalmente incamminarmi verso di te.
Ti saluto con il mio disegno della tua mano, una mano squadrata, da ragazzo, che come sai io amo.
암리타
Spotify Soundtrack – I Bet on Losing Dogs, Mitski