Mastery/Maestria
(Letter to Amrita no. 4)

Thanks to: VIA EMILIA VIA DA CASA – Bruno Barbieri


Roots, Parco Giardino Sigurtà, Valeggio sul Mincio

Mia cara Amrita, mi dispiace tanto, volevo con tutto il cuore scriverti una buona lettera. Se avessi scritto una lettera davvero magnifica forse tu magicamente saresti ricomparsa nella mia vita. Invece sono stanca, la primavera non arriva. Avevo visto le mimose fiorite in riviera e mi aspettavo che da un giorno all’altro facesse caldo anche qui. Invece i boschi continuano ad essere grigi, la terra ad essere coperta da foglie marce e al fiume non si vede nemmeno un piccolo nuovo papero (i tuoi amati pulcini, ti ricordi le ore passate a guardarli dal ponte annaspare incerti dietro alla mamma?).
Aspetto un cambiamento da un giorno all’altro ma non succede niente. Tu non mi scrivi, io penso che cosa scrivo a fare. È assurdo che io cerchi di ritrovarti, perché non mi accontento della vita che ho?
Mi manchi, semplicemente. Tutto sembra fuori posto e non posso farci niente.
Se solo fosse arrivata la primavera ti avrei parlato del libro di Bruno Barbieri “via Emilia via da Casa” e ti avrei raccontato di quando andava con gli amici a pescare al fiume oppure di quando si rintanava nel granaio per scappare dagli artigli del gallo. Le illustrazioni ad acquerello di Marina Cremonini sono stupefacenti per la capacità di raccontare l’emozione della campagna, il profumo del pane appena uscito dal forno a legna, gli infiniti sapori che lo chef ricorda e ripropone sotto forma di ricette. È un po’ una biografia e un po’ un libro di cucina, tra un procedimento e l’altro racconta la bassa padana degli anni settanta, sembra un gesto d’amore per quell’Italia contadina e indaffarata che non esiste più, tutta presa dal susseguirsi dei lavori nei campi secondo le stagioni e la cura degli animali della fattoria. E poi la cucina, un variopinto spettacolo di profumi sapientemente disciplinati dalla amata nonna Mina.
Ma come ti dicevo la primavera non è arrivata affatto e a me viene solo in mente la favola delle due galline di Beppe Fenoglio, Chica e Tuja, della notte all’addiaccio con il lupo alle calcagna, una notte gelida che sembra infinita. Anche qui però la maestria del destino si compie e… non te lo dico, non ti rovino il finale ma ecco una cosa importante, la maestria. Ne hanno parlato in una puntata di Masterchef Italia dal parco Sigurtà di Valeggio sul Mincio, vicino a Verona, c’erano dei monaci Shaolin che hanno spiegato il significato della parola Kung Fu, maestria appunto. Bruno Barbieri ha parlato della maestria dell’arte culinaria e, sì, leggendo questo suo libro si capisce davvero l’ampiezza di significato di questo termine, che come per i monaci guerrieri, significa abilità sostenute dal desiderio di sopravvivenza. Non un passatempo, non uno sfizio, ma prima di tutto mangiare per vivere, praticare il Kung Fu per difendersi.
 
Through the Leaves, Parco Giardino Sigurtà

Dunque è questo che mi sembrava bello raccontarti, l’importanza di dedicarsi perdutamente ad una abilità che è essenziale per la nostra sopravvivenza.
Per questo voglio continuare a scriverti, nonostante sia difficile e del tutto assurdo, perché è una questione essenziale.
E poi questo libro parla anche di viaggi, del tempo trascorso con il papà e la mamma in Spagna, dell’esperienza sulle navi da crociera, della foresta amazzonica, del Libano. Sembra proprio voler dire che c’è un tempo per stare fermi e un tempo per cambiare e il tempo del cambiamento prima o poi arriva per tutti.
Speriamo di essere pronti.
Tua, Stella


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